mercoledì 17 agosto 2011

A cento anni di sacerdozio il prete degli ultimi è stato proclamato “venerabile”

Il 27 giugno 2011, il Sommo Pontefice Benedetto XVI ricevendo in Udienza Privata il cardinale Angelo Amato, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, ha autorizzato la promulgazione del Decreto riguardante le virtù eroiche del sacerdote barlettano, il servo di Dio Angelo Raffaele Dimiccoli, che in tal modo riceve il titolo di Venerabile. Questo è un altro segmento importante che si aggiunge alla nostra storia diocesana di fede.
Chi era Raffaele Dimiccoli, quali le sue origini?
Nelle intenzioni del padre doveva essere un contadino ed egli andò sì a lavorare la “terra”, ma nella “vigna del Signore”. Di agiata famiglia rurale di Barletta, nato il 12 ottobre 1887, il piccolo Raffaele fu battezzato nella parrocchia di San Giacomo Maggiore il 22 ottobre. Entrò in Seminario nel 1898. Fu consacrato sacerdote esattamente cento anni fa, il 30 luglio 1911, nella chiesa monastica delle Clarisse di San Giovanni in Trani. Celebrò la Prima Messa Solenne il 6 agosto, nella chiesa di Sant’Agostino in Barletta, divenuta sua parrocchia territoriale dal settembre 1907 quando fu eretta a Vicaria Curata.
Per prendere maggiore dimestichezza nella celebrazione - essendo le rubriche liturgiche del tempo più complesse - nei giorni intercorsi tra l’ordinazione sacerdotale e la Prima Messa Solenne, don Dimiccoli celebrò la santa Messa in San Giovanni di Dio. Credendo fermamente nella spiritualità di comunione, il novello sacerdote si iscrisse all'Associazione dell'Unione Apostolica del Clero, voluta in Diocesi da mons. Giuseppe Balestrucci, suo padre spirituale e Prevosto della millenaria chiesa di San Giacomo Maggiore.
Nel corso dei circa quarantacinque anni di ministero sacerdotale, al Venerabile mons. Dimiccoli gli sono stati attribuiti“miracoli”, documentati, peraltro, dalle testimonianze processuali. Ma il miracolo più importante è stato la sua vita che, sull’esempio del Maestro Divino, fu tutta consumata a favore del prossimo: la carità senza limiti per i più bisognosi, l’attenzione ai malati, l’accoglienza diuturna ai penitenti che sempre più numerosi accorrevano a lui, il servizio infaticabile rivolto a tutte le fasce di età, con un’attenzione particolare all'educazione dei bambini e dei giovani.
Nelle circostanze liete e tristi, soprattutto in quelle segnate dalle guerre, epidemie, egli fu vicino alla gente in modo eroico, fino a mettere a repentaglio la sua stessa esistenza.
Fu il primo incarico da viceparroco nella parrocchia di San Giacomo Maggiore in Barletta a segnare il suo futuro. Si dedicò, infatti, all’oratorio parrocchiale, mettendo in atto tutte le energie di mente e di cuore, in un’azione pastorale a largo raggio e ricca di iniziative. E quando gli spazi della parrocchia risultarono insufficienti, dietro ispirazione divina, acquistò un vecchio mulino situato in uno dei quartieri più abbandonati della città, adattandolo con molti volontari a chiesa e a “Nuovo Oratorio San Filippo Neri”. Qui all’inizio trovò molte resistenze e umiliazioni da parte di facinorosi, ma niente e nessuno, però, riuscì a distoglierlo da quella fiamma che gli ardeva dentro.
Oltre a evangelizzare, commosso da tanta miseria diffusa, don Raffaele, per venire incontro alle necessità di tutti - anche di coloro che erano fuori zona - si spogliò dei beni personali. L'ultimo grande gesto di generosità
che coronò la sua esistenza terrena fu la donazione della casa natale all'Ospedale Civile di Barletta.
Tutti trovarono posto nel suo cuore! Gli oggetti più commoventi esposti nel reliquiario, presso la cappella della casa natale del Venerabile, sono le sue scarpe rattoppate e risuolate più volte, consunte dal continuo via vai nelle strade della miseria, scolorite dalla pioggia e dalla calura, degne della povertà di san Francesco di Assisi, di cui si era fatto umile seguace nel Terz’Ordine della Penitenza.
Il movente di tanta generosità e fecondità di questo umile, vigilante e zelante sacerdote va individuato nella santa Messa,
da lui celebrata non come “una pia abitudine mattutina, ma come un atto di fede e di adorazione profonda” e nelle lunghe ore trascorse ai piedi del Tabernacolo. Egli era fermamente convinto che l'istanza propria di chi ama è che la vita nella sua interezza sia orientata all'imitazione dell'Amato e che questo fuoco d'amore si divampi all'esterno contagiando chi ci circonda. Per questo ogni giorno dedicava un tempo incalcolabile al ministero delle confessioni e della direzione spirituale, divenendo calamita che attirò all'amore di Cristo un infinito numero di fedeli, da lui chiamati “figli miei”, a oro volta divenuti fermento evangelico in mezzo alla società.
Dalla numerosa schiera dei figli spirituali di questa zona, all’epoca malfamata, germogliarono trentadue vocazioni religiose e sacerdotali, tra cui emerge il sacerdote don Ruggero M. Caputo (1907 - 1980), di cui è in corso il Processo di Beatificazione e Canonizzazione; una quarantina di religiose e molte famiglie cristiane. Per questo, a ben ragione, don Raffaele è stato definito “un chiamato per chiamare”, proprio come Gesù chiamato e mandato dal Padre che a sua volta, poi, chiama, forma, e manda altri a fare discepole tutte le creature: è sintomatico che all’Oratorio si pregava sempre per le vocazioni.
Il costante anelito del “Da mihi animas!” lo troviamo fissato un giorno nei suoi appunti: “Gesù, amor mio, voglio che tutte, tutte le anime a me affidate si salvino, non solo, ma che vengano al cielo per glorificarti in una forma grande e superiore... Amore mio, voglio che l'Oratorio sia il Seminario di moltissime vocazioni sacerdotali e religiose”.
Mons. Dimiccoli morì nel 1956, accettando con fede l’ultimo periodo di sofferenza, ripetendo con sant’Ignazio di Loyola, suo maestro di vita spirituale fin da quand’era in Seminario al “Collegio Argento” di Lecce: “Che io possa conoscerti intimamente, o Cristo! E, tuo compagno nella Passione, possa risorgere con te”.
Il Processo in vista della sua Beatificazione iniziò nel 1996, fortemente voluto dai fedeli del posto, che da sempre hanno riconosciuto in lui un autentico testimone del Vangelo. Perfino san Pio da Pietrelcina, il frate cappuccino del vicino convento di San Giovanni Rotondo, aveva una stima tale del Venerabile Raffaele Dimiccoli già in vita che quando incontrava i fedeli barlettani diceva: “Perché venite da me, se a Barletta avete un santo?”.
Spesso si parla di “crisi di identità” ; non fu il caso di mons. Dimiccoli che si sentì pienamente e gioiosamente realizzato nella sua vocazione. L’unica crisi che conobbe fu quella di sentirsi ìmpari dinanzi a tanto amore gratuito riversato dal Signore su di lui. Per questo più volte i fedeli lo hanno sentito ripetere, confuso, ai piedi del Tabernacolo: “Gesù, troppo mi hai amato!”. Depone di lui al Processo Canonico suor M. Edvige Decorato, abbadessa del Monastero Cistercense di Viterbo e sua figlia spirituale: “Egli era felicissimo del suo sacerdozio e apprezzava grandemente la sua vocazione.
Spesso ci faceva ripetere questa giaculatoria (da lui composta): «Grazie, Gesù, che ci avete dato con l’Eucaristia il Sacerdozio Cattolico». Quando lo incontravamo per strada diceva che, a questa giaculatoria, dovevamo aggiungere: «E che avete fatto sacerdote il mio Direttore»”.Ancora la teste afferma di lui: “La sua persona sacerdotale trasmetteva continuamente fervore, bontà e santità eccezionali”.
La santità è per sua natura contagiosa e un santo è chiamato ad essere modello per altri cristiani, affinché tutti si avvicinino alla Santità per eccellenza, che risplende sul volto di Cristo. E il Venerabile Raffaele Dimiccoli è uno di questi. Perciò egli, lungi da ogni ombra di presunzione, compreso della responsabilità che scaturiva dalla sua missione, egli soleva ripetere ai fedeli: “Io sono lo specchio nel quale dovete ammirarvi!”.
Ringraziamo il Signore che ci dona lungo il nostro percorso terreno luminosi esempi di santità. Non mettiamoli in bacheca, quasi fossero trofei di vittorie passate di cui solo vantarci! A noi il compito di continuare questa catena di santità affinché, toccati dalla grazia divina, sappiamo riportare gli uomini a Dio e Dio agli uomini. Perciò affidiamo all'efficace intercessione del Venerabile mons. Raffaele Dimiccoli la preghiera per la santificazione dei nostri sacerdoti perché "ai fedeli non manchi mai la sollecitudine dei pastori e ai pastori la docilità dei fedeli".
È stata questa la motivazione per cui l’amato pastore della nostra Diocesi, mons. Giovan Battista Pichierri, ha fortemente voluto che il 30 luglio, in San Filippo Neri, si facesse memoria di questo impareggiabile Sacerdote, gloria e vanto della nostra Chiesa Particolare, nella Concelebrazione Eucaristica, durante la quale ha esortato i
numerosissimi fedeli presenti a invocare l’intercessione del Venerabile affinché, un segno dall’Alto, “un mirum” affretti la sua beatificazione.
Mons. Sabino Amedeo Lattanzio
Postulatore Diocesano



tratto da: www.dioeifratelli.it

domenica 3 luglio 2011

MESSAGGIO DI S. E. REV.MA MONS. PICHIERRI IN OCCASIONE DEL DECRETO DI VENERABILITA' DI MONS. ANGELO RAFFAELE DIMICCOLI.

"L'Osservatore Romano" del 27-28 giugno 2011, a pag. 7, ha annunciato che il Papa, nell'udienza del 27 giugno 2011 con il Card. Angelo Amato, ha autorizzato la pubblicazione del decreto che sancisce le virtù eroiche del Servo di Dio Mons. Raffaele Dimiccoli. Per l'occasione S.E. Mons. Giovan Battista Pichierri, Arcivescovo di Trani-Barletta-Bisceglie, ha inviato alla comunità ecclesiale diocesana il seguente messaggio:

Lo scorso 27 giugno 2011, il Santo Padre Benedetto XVI ha riconosciuto che il Servo di Dio mons. Raffaele Dimiccoli di Barletta ha vissuto "eroicamente" tutte le virtù e, quindi, lo ha dichiarato Venerabile. Per questo la nostra comunità diocesana di Trani – Barletta- Bisceglie gioisce ed esulta. Ma la nostra gioia è ancora più grande perché, sono trascorsi neanche tre mesi da quando un' altra nostra condiocesana è stata proclamata Venerabile: la barlettana Suor Maria Chiara Damato.

Don Raffaele, nato a Barletta nel 1887 e ordinato sacerdote cento anni fa il 30 luglio 1911, spese la maggior parte delle energie e dei suoi beni materiali per la formazione dei piccoli e dei giovani, a favore dei quali fondò nella sua città natale il "Nuovo Oratorio San Filippo Neri", vivaio di vocazioni sacerdotali (tra cui il servo di Dio don Ruggero Caputo) e religiose e di una moltitudine di laici, fermento di vita cristiana nella società. Per la sua carità senza limiti è da tutti conosciuto come " Padre dei poveri e dei sofferenti". Il Servo di Dio godeva della fama di santità già in vita. San Pio da Pietrelcina, a più barlettani in visita a san Giovanni Rotondo, alludendo a don Dimiccoli, rivolgeva il rimprovero: "Perché venite a me se a Barletta avete un santo?".

Carissimi, mentre ci prepariamo a celebrare questo grande evento di grazia il 30 luglio prossimo, presso la parrocchia di San Filippo Neri, in coincidenza con i 100 anni dall' ordinazione sacerdotale dello stesso mons. Raffaele Dimiccoli, vi esorto a guardare a questo meraviglioso frutto di santità germogliato nella nostra terra benedetta, per seguirne le orme, e ad invocare, per i suoi meriti, da Dio il "miracolo".

TRATTOO DA:  www.barlettalife.it/.../monsignor-dimiccoli-diventa-ufficialmente-venerabil...

Monsignor Dimiccoli Diventa Venerabile il «prete dei poveri»




BARLETTA - Monsignor Raffaele Dimiccoli, il prete dei poveri, per tutti il «Direttore» per santa romana chiesa è venerabile. L’annuncio lo ha dato Papa Benedetto XVI, nell’udienza del 27 giugno con il cardinale Angelo Amato, che ha autorizzato la pubblicazione del decreto che sancisce le virtù eroiche del Servo di Dio Mons. Raffaele Dimiccoli.

Tutta la chiesa diocesana è in festa e mons. Giovan Battista Pichierri, arcivescovo di Trani-Barletta-Bisceglie e Nazareth, ha inviato alla comunità ecclesiale diocesana un messaggio nel quale fa sapere che «la nostra comunità diocesana gioisce ed esulta. Ma la nostra gioia è ancora più grande perché, sono trascorsi neanche tre mesi da quando un' altra nostra condiocesana è stata proclamata Venerabile: la barlettana Suor Maria Chiara Damato».

Don Raffaele, nato a Barletta nel 1887 e ordinato sacerdote cento anni fa il 30 luglio 1911, spese la maggior parte delle energie e dei suoi beni materiali per la formazione dei piccoli e dei giovani, a favore dei quali fondò nella sua città natale il "Nuovo Oratorio San Filippo Neri", vivaio di vocazioni sacerdotali (tra cui il servo di Dio don Ruggero Caputo) e religiose e di una moltitudine di laici, fermento di vita cristiana nella società. Per la sua carità senza limiti è da tutti conosciuto come “ Padre dei poveri e dei sofferenti”.
Il Servo di Dio godeva della fama di santità già in vita. San Pio da Pietrelcina, a più barlettani in visita a san Giovanni Rotondo, alludendo a don Dimiccoli, rivolgeva il rimprovero: "Perché venite a me se a Barletta avete un santo?".

L’evento sarà festeggiato il 30 luglio prossimo, presso la parrocchia di San Filippo Neri, in coincidenza con i 100 anni dall’ ordinazione sacerdotale dello stesso mons. Raffaele Dimiccoli.
   
tratto da: www.lagazzettadelmezzogiorno.it/notizia.php?...11

               

sabato 28 maggio 2011

Ultimo “placet” per mons. Dimiccoli in vista della “Venerabilità”

n. 2 Aprile-Giugno 2011 - Arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie


Periodico trimestrale d'informazione sulle Cause di Canonizzazione del Servo di Dio sac. Raffaele Dimiccoli e del Servo di Dio sac. Ruggero Caputo


Ultimo “placet” per mons. Dimiccoli
in vista della “Venerabilità”

Lo scorso 17 maggio si è riunita in Vaticano la tanto attesa Sessione Ordinaria dei Cardinali e dei Vescovi, membri della Congregazione delle Cause dei Santi, per esaminare la “Positio” della Causa di Beatificazione e Canonizzazione del servo di Dio mons. Angelo Raffaele Dimiccoli.
L’esito della discussione e votazione è stato positivo, essendosi i Prelati, all’unanimità, espressi favorevolmente sulla santità e l’eroicità delle virtù del nostro Servo di Dio. Si tratta dell’ultimo “placet”, a cui farà seguito quello del Santo Padre che, quanto prima, lo proclamerà “Venerabile”.
Questo pronunciamento autorevole ci conferma nella fama di santità di mons. Dimiccoli, già diffusa quand’era in vita e continuata nel tempo, tanto da spingere le Autorità competenti diocesane a dare inizio alla Causa di Beatificazione e Canonizzazione.
La prima Sessione fu presieduta il 1° maggio 1996 dall’allora vicario generale della Diocesi, mons. Michele Seccia (attualmente Vescovo di Teramo-Atri), in quanto l’arcivescovo pro-tempore, S.E. mons. Carmelo Cassati, non potè presenziare a causa dell’improvvisa morte della sorella, Suora di Carità dell'Immacolata Concezione d'Ivrea.
Ora, ad appena quindici anni trascorsi da quell'evento straordinario, tale Causa ha fatto un importante passo in avanti, proprio alla vigilia delle celebrazioni dei cento anni dell'ordinazione sacerdotale del nostro impareggiabile Servo di Dio (1911 - 30 luglio - 2011).

"Come il Padre ha mandato me, così io mando voi" (Gv 20,21), ha detto Gesù ai Dodici. E i Dodici, con l’imposizione delle mani, hanno inviato altri; così la “missione” di Cristo, sommo ed eterno sacerdote, si prolunga nella storia, senza nulla perdere della sua densità. La persona del presbiteroè, quindi, un “segno sacramentale”, rendendo visibile la sua Presenza invisibile.
Di questa dignità e responsabilità ne era altamente cosciente il servo di Dio mons. Dimiccoli. Soprattutto nei momenti culminanti, come quando spezzava il pane, egli sentiva la presenza dello stesso Gesù che lo spezzava con le Sue mani “sante e venerabili”.
Così quando assolveva dai peccati, sentiva la potenza di Cristo che si stava servendo di lui come strumento per infondere, quale Capo, la vita nelle membra.
A partire dall’Eucaristia, il ministero ordinato di don Raffaele appariva veramente sacerdozio ministeriale, caratterizzato dalla vocazione al servizio e al dono di sè, fino alla fine, in cui attualizzò la carità stessa di Gesù buon pastore, che dona la vita per le sue pecorelle, e buon samaritano che si curva sull’umanità ferita e sofferente, facendosene carico.
Ecco che, nell’alveo della santità, si innesta l’eredità caritativa di questo santo sacerdote dei nostri tempi, che ha speso la vita interamente al servizio dei fratelli, a partire dai bambini, fino a giungere agli ammalati e agli anziani, soprattutto i più poveri e i più emarginati, soccorrendoli nei loro bisogni primari e più urgenti, dal settore educativo alla catechesi e al campo assistenziale. E tutto questo, trascurando la sua persona e il suo tempo e privandosi perfino dei suoi beni di famiglia.
Per la stima che godeva da parte dei Superiori poteva fare carriera. Ma anche a questo rinunciò, privilegiando i quartieri più poveri e malfamati della città che, grazie al suo diuturno lavoro, divennero “giardini fioriti di virtù umane e cristiane”.
Egli non visse il sacerdozio come un potere o un privilegio, ma come un servizio; non come un onore ma come un onere.
Era profondamente convinto che chi ha responsabilità, proprio per questo deve servire di più e servire là dove c’è bisogno… proprio come ha fatto Gesù!

Mons. Sabino Amedeo Lattanzio
Postulatore Diocesano
Sito a cura della Commissione Cultura e Comunicazioni Sociali dell'Arcidiocesi.
© 2003 - Editrice Rotas - Tutti i diritti sono riservati.

domenica 10 aprile 2011

Pubblicato il volume della “Relatio et Vota” sulle virtù eroiche del servo di Dio mons. Dimiccoli Viviamo in una società in cui corriamo continuament


Pubblicato il volume della “Relatio et Vota”
sulle virtù eroiche del servo di Dio mons. Dimiccoli

Viviamo in una società in cui corriamo continuamente, dicendo di “aver sempre da fare”; eppure, mai come oggi si perde tanto tempo per cose futili. Pensiamo solo alle innumerevoli chiacchiere (chat!) informatiche o televisive, o alle intere nottate trascorse “in compagnia” o “per sballo”, che non ci aiutano a crescere, anzi, contribuiscono ad aumentare il vuoto e le frustrazioni dentro di noi. Il più delle volte si ha paura di restare soli, per non guardarsi dentro. I santi, invece, ci insegnano che se è vero che l’impatto col deserto fa paura, subito dopo scopri dentro di te Colui che “è più intimo a te stesso”, che riempie la tua vita, cambiandola.
Non è un caso che il nostro Santo Padre Benedetto XVI, fin dall’inizio del suo pontificato, ogni mercoledì, durante l’Udienza Generale rivolta ai fedeli provenienti da tutto il mondo, ha fatto la scelta di presentarci la vita dei santi “parola attualizzata di Dio”.
Con tale scelta egli - grande intellettuale! - ci sta dicendo che ciò che conta non sono “le parole che ci sbattiamo o ci sbattono addosso” ma la feconda testimonianza di esistenze nutrite dall’ascolto silenzioso e orante della parola di Dio. In tal modo i Santi diventano i nostri veri teologi e maestri di vita.
Uno scrittore austriaco affermava: “Un commento al Vangelo non bisogna scriverlo ma viverlo. E ci sono molti più commenti viventi al Vangelo di quanto possa sembrare”. Don Raffaele Dimiccoli è uno di questi commenti altamente qualificati, poiché nel corso della sua esistenza terrena si è lasciato pervadere dalla Sapienza Eterna, vivendo un rapporto intimo, vivo, quasi sensibile con Dio. Sono in molti che, accostandosi a lui o fissandolo mentre pregava, si convincevano che quel sacerdote parlasse direttamente con Dio o addirittura Lo vedesse - tanto il suo volto era trasfigurato e luminoso - e ne venivano contagiati.

Tutto ciò lo hanno colto perfino i nove Consultori Teologi chiamati in causa dalla Congregazione delle Cause dei Santi nell’esaminare e nel dare un giudizio circa l’eroicità delle virtù del nostro Servo di Dio. Così si esprime il Consultore Teologo nel voto V: “Egli [don Dimiccoli] si presenta come un modello di prete e di guida spirituale totalmente dedito al prossimo nel suo ministero, intimamente unito a Dio, fedele servitore della Chiesa, fulgido esempio di abnegazione e umiltà”. Ancora più incisivo è il Consultore Teologo che ha espresso il voto VII, il quale, tra l’altro, afferma: “Sinceramente, leggendo la Positio del Servo di Dio, mi sono fatto la convinzione motivata di avere davanti a me ‘un grande santo’: non perché pesava 130 kg [in età giovanile], ma perché dimostra di possedere un corredo completo ed eminente delle virtù cristiane; e questo lo dico senza ‘se e ma’. Sono tante le persone che hanno attestato e fondato in modo convergente questa mia convinzione”.
Ora questi voti positivi dei Consultori sono confluiti in un corposo volume “Relatio et Vota…”, di recente dato alle stampe dalla Tipografia Nova Res di Roma. Tale volume, unitamente alla precendente “Positio super virtutibus et fama sanctitatis” di mons. Dimiccoli, quanto prima, saranno oggetto di esame per la discussione dell’Ordinaria dei Cardinali e dei Vescovi che a loro volta esprimeranno un ulteriore giudizio in merito, prima di passare a quello definitivo del Papa, il quale autorizzerà il Dicastero Vaticano alla promulgazione del decreto circa le virtù eroiche esercitate da mons. Raffaele Dimiccoli, che così potrà essere dichiarato “Venerabile”. È auspicabile che ciò avvenga prima del prossimo 30 luglio, data centenaria di ordinazione sacerdotale del nostro impareggiabile Servo di Dio.

Mons. Sabino A. Lattanzio
Postulatore Diocesano


immagine e testo tratti da:
www.dioeifratelli.it

sabato 1 gennaio 2011

Risplenda la vostra luce davanti agli uomini…
perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria
al Padre vostro che è nei cieli! (Mt 5,16)

A conferma della diffusa stima e venerazione tra il popolo di Dio nei riguardi del servo di Dio don Raffaele Dimiccoli già quand’era in vita, riportiamo per esteso una lettera circolare del 21 agosto 1919, fatta pervenire da mons. Francesco Paolo Scuro, vicario generale dell’Arcidiocesi di Barletta, al clero locale quale incentivo e incoraggiamento comune. In questa lettera è chiamato in causa anche mons. Sabino M. Cassatella, anima gemella di mons. Dimiccoli nel cammino di santità e di abnegazione per la gloria di Dio e per il bene delle anime.
«Con l’animo pieno di commozione, sento il bisogno di comunicare al Rev.mo Clero di questa città l’atto generoso di una persona facoltosa della Parrocchia di S. Giacomo, la quale, stamane, mi faceva pervenire due titoli di rendita al portatore (ciascuno del Capitale di £ 500) accompagnati da un biglietto del tenore seguente: “ammirando lo zelo sacerdotale e il massimo disinteresse dei sacerdoti Don Raffaele Dimiccoli in S. Giacomo e Don Sabino Cassatella in S. Agostino, prego il Rev.mo Vicario generale di passar loro i qui acclusi titoli, con l’obbligo di celebrare ciascuno una Messa all’anno per l’anima mia peccatrice. Voglio che il mio nome resti assolutamente ignoto: perciò questo biglietto, dopo letto, venga stracciato”.
Or io, all’infuori del nome, rendo noto al nostro clero il contenuto del biglietto su indicato, per trarne, a comune ammaestramento, alcune conclusioni:

*
prima conclusione (che potrebbe essere una lezione per tutti noi sacerdoti): ecce nos reliquimus omnia et sequuti sumus te: quid ergo erit nobis? La risposta si legge al terzo notturno de Comune abbatum.
*
seconda conclusione (che potrebbe essere una lezione proprio per me, che parlo da Superiore): i fedeli hanno un buon fiuto: essi tengono in gran conto lo zelo e il disinteresse, dimostrato dai sacerdoti nel loro ministero; e talvolta avviene che dove non arriva il premio dei Superiori arriva quello dei fedeli.
*
terza conclusione (che esprimo in forma d’augurio) è la seguente: faccia Iddio che la generosa persona della Parrocchia di S. Giacomo trovi numerosi imitatori anche altrove, e che lo zelo e il disinteresse sacerdotale, notato da quella persona nei due nostri confratelli (Angelo Raffaele Dimiccoli e Cassatella Sabino), venga notato anche in altri confratelli da qualche altra persona generosa della Parrocchia di S. Maria (vecchia Circoscrizione).

In ogni modo, formulo l’augurio che a nessuno di noi manchi mai il testimonio della buona coscienza, cioè la dolce sicurezza del dovere sacerdotale sempre e pienamente compiuto insieme alla ineffabile speranza dell’eterno guiderdone (ricompensa), che il Signore tiene preparato a tutti i suoi servi buoni e fedeli.

Can. Francesco Scuro
Vicario Generale

testo tratto da: www.dioeifratelli.it

La Congregazione Vaticana delle Cause dei Santi
ha espresso voti favorevoli
sulle virtù eroiche del Servo di Dio mons. Dimiccoli

Venerdì 12 novembre si è riunito in Vaticano il Congresso Speciale della Congregazione delle Cause dei Santi per discutere sulla eroicità delle virtù del servo di Dio mons. Angelo Raffaele Dimiccoli, presbitero dell’Arcidiocesi Nazarena di Barletta (1887-1956). Tramite il Promotore Generale della fede mons. Sandro Corradini, dal Dicastero Vaticano ci è giunta con gioia la notizia che, nella Relatio et Vota Congressus peculiaris super virtutibus, i nove Consultori Teologi chiamati in causa si sono espressi positivamente all’unanimità a favore del nostro Servo di Dio.
A questo pronunciamento di grande importanza per il prosieguo della Causa di Beatificazione e Canonizzazione di mons. Dimiccoli, seguirà la Sessione Ordinaria dei Cardinali e dei Vescovi, i quali prepareranno una relazione dettagliata al Santo Padre che si pronunzierà circa la venerabilità del Servo di Dio. Precisiamo, intanto, che il conferimento pontificio del titolo “Venerabile” non comporta alcuna concessione di culto, cosa che avverrà con la Beatificazione e la Canonizzazione.
Al dire del Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, il neo cardinale Angelo Amato, i Santi sono per il popolo di Dio “una buona notizia”, sono “Vangelo vissuto”, una «realtà importante che tocca un aspetto qualificante del nostro Credo: “Credo la Chiesa santa…”». E la Chiesa è santa, spiega il Porporato “attraverso i sacramenti e anche attraverso la santificazione compiuta di questi eroi del Vangelo”. “I Santi – prosegue il cardinale Amato – hanno una caratteristica particolarissima.
Sono al di sopra delle ideologie.
Vengono accolti da tutti. Il loro segno è solo positivo, non polemico.
Presentano e interpretano il Vangelo, senza discriminare nessuno, senza mettere all’angolo qualcuno.
Per cui suscitano non solo stupore ma anche conversione e un richiamo alla coerenza evangelica”.
Se è vero che i Santi producono dentro di sé e attorno a sé tanta ricchezza di bene, è anche vero quanto afferma lo stesso Eminentissimo Cardinale nella già citata intervista riportata sul quotidiano cattolico “Avvenire” del 18 novembre u.s.: “Da una parte il grande interesse manifestato da singole realtà ecclesiali di
vedere glorificati all’onore degli altari di figure straordinarie vissute nel loro seno. Dall’altra la disattenzione dei progetti pastorali nella valorizzazione di queste stesse figure.
A volte si crede che quello della canonizzazione sia un iter tecnico-procedurale che deve essere portato avanti solo dai Postulatori. In realtà una Causa di Canonizzazione oltre a queste procedure tecniche, precise, accurate e a volte anche raffinate, implica anche un accompagnamento spirituale.
Vuol dire che la preghiera deve essere costante”. E qui fa un’importante precisazione da non sottovalutare: “Capita, infatti, che per concludere positivamente una Causa manchi il miracolo.
Il problema non è che manchino i miracoli.
I miracoli ci sono. Non c’è sempre, invece, una preghiera diffusa da parte dei fedeli che chiedono l’intercessione del Servo o della Serva di Dio che pure vorrebbero vedere salire all’onore degli altari.
A volte poi le preghiere ci sono ma manca da parte dei responsabili l’attenzione alla verifica, alla valutazione, alla cernita. Per cui abbiamo qui (presso la Congregazione delle Cause dei Santi) non poche Cause che non riescono ad andare avanti proprio per la mancanza di quel segno soprannaturale necessario, che è il miracolo”.
Spinti da questa riflessione del massimo esperto in materia, mentre attendiamo che il Santo Padre Benedetto
XVI proclami quanto prima mons. Dimiccoli “Venerabile”, esorto caldamente i singoli e le diverse comunità ecclesiali a intensificare la preghiera affinché sia riconosciuta ufficialmente dalla Chiesa la santità del servo di
Dio.
Già quando il “Santo Direttore” era in vita, i fedeli rivolgendosi a lui, hanno attestato di aver ottenuto dall’Alto grazie nel corpo e nello spirito. Ora, un eventuale miracolo attribuito alla sua intercessione, ci darà la gioia di vederlo elevato agli onori degli altari.
Il Servo di Dio mons. Angelo Raffaele Dimiccoli, nato a Barletta il 12 ottobre 1887, morì il 5 aprile 1956. Dal 6 maggio dello stesso anno, ad appena un mese dalla sua morte, i suoi resti mortali riposano nella chiesa di San Filippo Neri (da lui voluta con tanti sacrifici), sotto lo sguardo della Regina Apostolorum, rendendo ancora più preziosa quella mistica chiesa.

Mons. Sabino Amedeo Lattanzio
Postulatore Diocesano

foto e testo tratto da: www.dioeifratelli.it