sabato 1 gennaio 2011

Risplenda la vostra luce davanti agli uomini…
perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria
al Padre vostro che è nei cieli! (Mt 5,16)

A conferma della diffusa stima e venerazione tra il popolo di Dio nei riguardi del servo di Dio don Raffaele Dimiccoli già quand’era in vita, riportiamo per esteso una lettera circolare del 21 agosto 1919, fatta pervenire da mons. Francesco Paolo Scuro, vicario generale dell’Arcidiocesi di Barletta, al clero locale quale incentivo e incoraggiamento comune. In questa lettera è chiamato in causa anche mons. Sabino M. Cassatella, anima gemella di mons. Dimiccoli nel cammino di santità e di abnegazione per la gloria di Dio e per il bene delle anime.
«Con l’animo pieno di commozione, sento il bisogno di comunicare al Rev.mo Clero di questa città l’atto generoso di una persona facoltosa della Parrocchia di S. Giacomo, la quale, stamane, mi faceva pervenire due titoli di rendita al portatore (ciascuno del Capitale di £ 500) accompagnati da un biglietto del tenore seguente: “ammirando lo zelo sacerdotale e il massimo disinteresse dei sacerdoti Don Raffaele Dimiccoli in S. Giacomo e Don Sabino Cassatella in S. Agostino, prego il Rev.mo Vicario generale di passar loro i qui acclusi titoli, con l’obbligo di celebrare ciascuno una Messa all’anno per l’anima mia peccatrice. Voglio che il mio nome resti assolutamente ignoto: perciò questo biglietto, dopo letto, venga stracciato”.
Or io, all’infuori del nome, rendo noto al nostro clero il contenuto del biglietto su indicato, per trarne, a comune ammaestramento, alcune conclusioni:

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prima conclusione (che potrebbe essere una lezione per tutti noi sacerdoti): ecce nos reliquimus omnia et sequuti sumus te: quid ergo erit nobis? La risposta si legge al terzo notturno de Comune abbatum.
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seconda conclusione (che potrebbe essere una lezione proprio per me, che parlo da Superiore): i fedeli hanno un buon fiuto: essi tengono in gran conto lo zelo e il disinteresse, dimostrato dai sacerdoti nel loro ministero; e talvolta avviene che dove non arriva il premio dei Superiori arriva quello dei fedeli.
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terza conclusione (che esprimo in forma d’augurio) è la seguente: faccia Iddio che la generosa persona della Parrocchia di S. Giacomo trovi numerosi imitatori anche altrove, e che lo zelo e il disinteresse sacerdotale, notato da quella persona nei due nostri confratelli (Angelo Raffaele Dimiccoli e Cassatella Sabino), venga notato anche in altri confratelli da qualche altra persona generosa della Parrocchia di S. Maria (vecchia Circoscrizione).

In ogni modo, formulo l’augurio che a nessuno di noi manchi mai il testimonio della buona coscienza, cioè la dolce sicurezza del dovere sacerdotale sempre e pienamente compiuto insieme alla ineffabile speranza dell’eterno guiderdone (ricompensa), che il Signore tiene preparato a tutti i suoi servi buoni e fedeli.

Can. Francesco Scuro
Vicario Generale

testo tratto da: www.dioeifratelli.it

La Congregazione Vaticana delle Cause dei Santi
ha espresso voti favorevoli
sulle virtù eroiche del Servo di Dio mons. Dimiccoli

Venerdì 12 novembre si è riunito in Vaticano il Congresso Speciale della Congregazione delle Cause dei Santi per discutere sulla eroicità delle virtù del servo di Dio mons. Angelo Raffaele Dimiccoli, presbitero dell’Arcidiocesi Nazarena di Barletta (1887-1956). Tramite il Promotore Generale della fede mons. Sandro Corradini, dal Dicastero Vaticano ci è giunta con gioia la notizia che, nella Relatio et Vota Congressus peculiaris super virtutibus, i nove Consultori Teologi chiamati in causa si sono espressi positivamente all’unanimità a favore del nostro Servo di Dio.
A questo pronunciamento di grande importanza per il prosieguo della Causa di Beatificazione e Canonizzazione di mons. Dimiccoli, seguirà la Sessione Ordinaria dei Cardinali e dei Vescovi, i quali prepareranno una relazione dettagliata al Santo Padre che si pronunzierà circa la venerabilità del Servo di Dio. Precisiamo, intanto, che il conferimento pontificio del titolo “Venerabile” non comporta alcuna concessione di culto, cosa che avverrà con la Beatificazione e la Canonizzazione.
Al dire del Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, il neo cardinale Angelo Amato, i Santi sono per il popolo di Dio “una buona notizia”, sono “Vangelo vissuto”, una «realtà importante che tocca un aspetto qualificante del nostro Credo: “Credo la Chiesa santa…”». E la Chiesa è santa, spiega il Porporato “attraverso i sacramenti e anche attraverso la santificazione compiuta di questi eroi del Vangelo”. “I Santi – prosegue il cardinale Amato – hanno una caratteristica particolarissima.
Sono al di sopra delle ideologie.
Vengono accolti da tutti. Il loro segno è solo positivo, non polemico.
Presentano e interpretano il Vangelo, senza discriminare nessuno, senza mettere all’angolo qualcuno.
Per cui suscitano non solo stupore ma anche conversione e un richiamo alla coerenza evangelica”.
Se è vero che i Santi producono dentro di sé e attorno a sé tanta ricchezza di bene, è anche vero quanto afferma lo stesso Eminentissimo Cardinale nella già citata intervista riportata sul quotidiano cattolico “Avvenire” del 18 novembre u.s.: “Da una parte il grande interesse manifestato da singole realtà ecclesiali di
vedere glorificati all’onore degli altari di figure straordinarie vissute nel loro seno. Dall’altra la disattenzione dei progetti pastorali nella valorizzazione di queste stesse figure.
A volte si crede che quello della canonizzazione sia un iter tecnico-procedurale che deve essere portato avanti solo dai Postulatori. In realtà una Causa di Canonizzazione oltre a queste procedure tecniche, precise, accurate e a volte anche raffinate, implica anche un accompagnamento spirituale.
Vuol dire che la preghiera deve essere costante”. E qui fa un’importante precisazione da non sottovalutare: “Capita, infatti, che per concludere positivamente una Causa manchi il miracolo.
Il problema non è che manchino i miracoli.
I miracoli ci sono. Non c’è sempre, invece, una preghiera diffusa da parte dei fedeli che chiedono l’intercessione del Servo o della Serva di Dio che pure vorrebbero vedere salire all’onore degli altari.
A volte poi le preghiere ci sono ma manca da parte dei responsabili l’attenzione alla verifica, alla valutazione, alla cernita. Per cui abbiamo qui (presso la Congregazione delle Cause dei Santi) non poche Cause che non riescono ad andare avanti proprio per la mancanza di quel segno soprannaturale necessario, che è il miracolo”.
Spinti da questa riflessione del massimo esperto in materia, mentre attendiamo che il Santo Padre Benedetto
XVI proclami quanto prima mons. Dimiccoli “Venerabile”, esorto caldamente i singoli e le diverse comunità ecclesiali a intensificare la preghiera affinché sia riconosciuta ufficialmente dalla Chiesa la santità del servo di
Dio.
Già quando il “Santo Direttore” era in vita, i fedeli rivolgendosi a lui, hanno attestato di aver ottenuto dall’Alto grazie nel corpo e nello spirito. Ora, un eventuale miracolo attribuito alla sua intercessione, ci darà la gioia di vederlo elevato agli onori degli altari.
Il Servo di Dio mons. Angelo Raffaele Dimiccoli, nato a Barletta il 12 ottobre 1887, morì il 5 aprile 1956. Dal 6 maggio dello stesso anno, ad appena un mese dalla sua morte, i suoi resti mortali riposano nella chiesa di San Filippo Neri (da lui voluta con tanti sacrifici), sotto lo sguardo della Regina Apostolorum, rendendo ancora più preziosa quella mistica chiesa.

Mons. Sabino Amedeo Lattanzio
Postulatore Diocesano

foto e testo tratto da: www.dioeifratelli.it